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07/08/2023
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Missione in Libano: passaggio di consegne a ITALBATT
I Dragoni del “Nizza Cavalleria” (1°) cedono il comando della missione in Libano ai Fanti aeromobili del 66° Reggimento.
Si è svolto nella base italiana di Al Mansouri, l’avvicendamento alla guida di ITALBATT, la componente di manovra del Contingente italiano in Libano nell’ambito della missione UNIFIL, la forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano meridionale. Il capo missione e comandante di UNIFIL, Generale di Divisione Stefano Del Col, ha suggellato l’evento con il passaggio simbolico della Bandiera delle Nazioni Unite tra il Colonnello Paolo Scimone, Comandante il Reggimento "Nizza Cavalleria" (1°) di Bellinzago Novarese (NO) – cedente, e il Colonnello Marco Licari, Comandante del 66° Reggimento Fanteria aeromobile “Trieste” di Forlì – subentrante. Alla presenza dello Stendardo del “Nizza Cavalleria” (1°) e della Bandiera di Guerra del 66° Fanteria “Trieste”, il Generale di Divisione Stefano Del Col ha voluto ringraziare il Colonello Scimone per l’efficacia con la quale l’unità ha raggiunto tutti gli obiettivi della propria missione, assolvendoli in un contesto delicato e complesso come quello libanese, reso ancor più difficile dalla crisi economica del Paese e dall’emergenza pandemica in atto. A partire dal proprio insediamento ITALBATT ha condotto un totale di 8.395 attività operative sul territorio e lungo la Blue Line, la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele, alle quali si aggiungono 857 attività operative congiunte con le Forze Armate Libanesi (LAF), a favore delle quali sono stati svolti anche corsi addestrativi specialistici (Infantry Specialist Training – Basic and Advanced skills e Mountain Warfare Specialist Training) a cui hanno partecipato 64 militari dell'Esercito Libanese. Inoltre, è stata effettuata l’attività di supporto alla popolazione attraverso la Civil-Military Cooperation (CIMIC), con 78 donazioni di beni di prima necessità a favore delle 19 Municipalità che si trovano all’interno dell’Area di Operazioni di ITALBATT, nonché lo sviluppo di due progetti di agricoltura sociale sostenibile a favore di comunità vulnerabili. La Task Force italiana subentrante, alimentata con uomini e donne del 66° Reggimento Fanteria “Trieste” della Brigata Aeromobile “Friuli”, del Gruppo Squadroni del Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) e dal battaglione logistico del 6° Reggimento Logistico di Supporto Generale di Budrio, opererà per un semestre nel rispetto della risoluzione ONU 1701, assicurando giorno dopo giorno il monitoraggio e il controllo della cessazione delle ostilità, garantendo il rispetto del cessate il fuoco mediante posti di controllo e di osservazione, attraverso pattugliamenti nell’area costiera a sud della città di Tiro e lungo la Blue Line.

Libano: cambio alla guida del contingente italiano
 La Brigata alpina “Taurinense” cede il comando dell'operazione “Leonte” alla Brigata aeromobile “Friuli”
Shama, 3 agosto – La Brigata alpina “Taurinense” ha ceduto oggi il comando del Contingente italiano in Libano alla Brigata aeromobile “Friuli” nell’ambito della missione UNIFIL, la forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano del Sud.
Alla presenza dell’Ambasciatrice d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere e delle principali autorità civili e militari locali, con una breve cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di UNIFIL generale di Divisione Stefano Del Col, il generale di Brigata Davide Scalabrin ha ceduto la bandiera delle Nazioni Unite al parigrado Stefano Lagorio.
Nel corso del suo intervento, il Generale Del Col ha ringraziato gli Alpini e i Dragoni della “Taurinense” per il “grande lavoro svolto in questo semestre, durante il quale la Brigata ha saputo rimodulare efficacemente le diverse attività operative, sia nel supporto alle Lebanese Armed Forces (LAF), sia nella delicata attività di monitoraggio del cessate il fuoco tra Libano ed Israele, anche durante i difficili momenti di crisi e instabilità nell’intera area mediorentale”.
Per il raggiungimento degli obiettivi della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, i peacekeepers italiani “hanno saputo agire sempre con imparzialità e trasparenza, instaurando rapporti di stima e rispetto con i colleghi delle LAF e guadagnandosi costantemente il consenso unanime delle istituzioni e della popolazione locale, anche mediante la realizzazione di mirati progetti di cooperazione civile-militare”. Le attività di sostegno alle fasce più deboli della popolazione sono state infatti rese più aderenti alle criticità causate dapprima dall’emergenza sanitaria da Covid-19, e successivamente dal deterioramento del tessuto socioeconomico del Paese.
Durante il proprio mandato, lo stretto coordinamento tra la Cellula CIMIC (Cooperazione Civile Militare), l'Ufficiale veterinario, la Gender e il Medical Advisor e la componente di Pubblica Informazione, ha consentito di sviluppare progetti mirati al self-sustainability building, come la realizzazione di corsi di imprenditorialità femminile o la costruzione di aree agricole ecosostenibili e autosufficienti, sostenendo quindi in maniera efficace la microeconomia nell'area di responsabilità e consentendo di sviluppare efficaci campagne di comunicazione sul territorio per incrementare le possibilita’ di individuare nuove realta’ con cui replicare i progetti pilota.
Il Generale Del Col si è poi rivolto agli uomini e alle donne dalla “Friuli”, esortandoli a “proseguire nel solco tracciato dai precedenti contingenti, operando con equilibrio, professionalità, imparzialità, diplomazia, efficacia, credibilità e rispetto.”
La Brigata aeromobile “Friuli”, alla sua quarta missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite, assume il comando del settore Ovest di Unifil in cui operano 3.800 “caschi blu” di 16 dei 46 paesi contributori alla missione Unifil e di cui fanno parte 1.000 militari italiani.

Missione in Libano: addestramento multilivello per le LAF
Terminato l’addestramento di militari delle Forze Armate libanesi al combattimento in ambiente montano
È terminata, presso il poligono di Naqoura, l’esercitazione conclusiva dell’ Infantry Multilevel Training,  il corso multilivello di fanteria realizzato da ITALBATT, la componente operativa del contingente italiano in Libano nell’ambito della missione UNIFIL, a favore delle Forze Armate Libanesi (LAF).
La presenza, tra il contingente schierato in Libano, delle unità delle Truppe Alpine, ha consentito ai caschi blu italiani di poter proporre ai militari della 5 a Brigata delle LAF un’attività addestrativa complessa finalizzata al movimento e combattimento caratterizzato dalla verticalità.
Sfruttando le capacità peculiari delle truppe da montagna della “Taurinense”, gli alpieri del battaglione “Saluzzo” e una squadra di genieri del 32˚ reggimento Genio Guastatori hanno dapprima addestrato i militari libanesi alla discesa in corda doppia sia da torre di arrampicata sia su roccia, inserendo successivamente la manovra all’interno di una più ampia azione complessa, simulando l’incursione e la neutralizzazione della minaccia, con l’appoggio di unità di cavalleria e tiratori scelti. Due blindo Centauro del reggimento Nizza Cavalleria (1’) hanno coperto la manovra fornendo un’adeguata base di fuoco in caso di attivazione.
Le caratteristiche di interoperabilità e di autonomia operativa proprie delle Truppe Alpine, hanno permesso quindi di aumentare la capacità delle LAF di interfacciarsi in modo coordinato con i contingenti stranieri, affinando le procedure di “Comando e Controllo”, la gestione della manovra e l’impiego combinato di armi ed equipaggiamenti.
Estremamente soddisfatto il Capo di Stato Maggiore della 5a Brigata della LAF, che ha ringraziato il contingente italiano per la preziosa attività addestrativa svolta, necessaria per migliorare la preparazione dei militari libanesi, adeguandola sempre più all’impiego coordinato con le forze internazionali presenti nel sud del Libano.
Il supporto alle Forze Armate Libanesi, insieme al monitoraggio della cessazione delle ostilità e all'assistenza alla popolazione, è infatti uno dei principali compiti assegnati al contingente italiano di UNIFIL nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.


Missione in Libano: riprendono le attività a favore delle donne libanesi.
Il Contingente italiano della missione in Libano UNIFIL riprende le attività a favore delle donne con la campagna “Blue bricks for Hope”
Dopo il prolungato fermo dovuto alla pandemia da Covid 19, il Contingente italiano in Libano ha ripreso le attività a favore della popolazione femminile, non strettamente collegati al contrasto del virus, attraverso progetti formativi di  “Capacity-building”, necessari per fornire a donne di varie fasce di età e con famiglie in grave difficoltà economica, competenze in diversi ambiti disciplinari. Le prime attività hanno riguardato circa 70 donne del Social Development Center del villaggio di Ayta Ash Shab, una delle località più sensibili dell’area del Sector West, che hanno partecipato dapprima ad un corso di Primo Soccorso per adulti e bambini, tenuto dai medici militari della Brigata Alpina “Taurinense”, e successivamente hanno preso parte a lezioni relative alla corretta conservazione e trattamento dei cibi per consentire di ottimizzare le poche risorse disponibili. Lo stesso modulo è stato quindi riproposto presso la cooperativa femminile di Dayr Kanun, dove l’Ufficiale Veterinario del Contingente ha inoltre spiegato alle numerose donne presenti le modalità di realizzazione e conservazione di confetture da destinare alla vendita, fornendo così le competenze per la produzione e le vendita dei prodotti e mirando quindi ad una maggiore autonomia ed emancipazione delle donne della comunità. I corsi, che si inquadrano nella nuova campagna di supporto alla popolazione “Blue bricks for Hope” sviluppata dal Sector West della Missione UNIFIL, sono stati progettati e coordinati dalla Gender Advisor del Sector West, figura chiave nell’ambito del Contingente Italiano per la gestione delle complesse relazioni di genere. La cooperazione con la Cellula della Cooperazione Civile-Militare (CIMIC), il Medical ed il Veterinary Advisor ha quindi consentito di portare a termine in breve tempo i corsi. Il supporto alla popolazione locale è uno dei tre pilastri portanti della Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, e si affianca alle attività di controllo della cessazione delle ostilità nell’area del sud del Libano e alla cooperazione con le Forze Armate Libanesi.


Missione in Libano: incontro interreligioso nella base dei caschi blu italiani
Al centrodell’inco ntro le risposte di conforto e speranza della fede nei periodi di crisi
Si è svolto oggi presso la base “Millevoi” di Shama, sede dei Caschi Blu del Contingente italiano in Libano, il primo incontro interreligioso tra i rappresentanti delle principali confessioni del sud del Libano, dopo la pandemia da Covid-19 ed i lockdown che hanno interessato il Paese. L’incontro è stato organizzato dal Comandante del Sector West di UNIFIL, Generale di Brigata Davide Scalabrin, che ha voluto incontrare per la prima volta insieme le principali autorità religiose presenti nell’area di responsabilità italiana. All’iniziativa hanno aderito il Nunzio Apostolico in Libano, Monsignor Joseph Spiteri, l’Arcivescovo Greco Melchita di Sidone e Tiro Elie Mons. Bechara Haddad, l’Arcivescovo Metropolita Greco Ortodosso di Tiro, Sidone e Marjiyoun Mons. Elias Kfouri, il Mufti Sciita Sceicco Hassan Abdullah, il Mufti Sunnita Sceicco Issam Kassab e, in rappresentanza dell’Arcivescovo Maronita di Tiro Charbell Abdallah, Padre Tony Elias.L’incontro ha avuto come tema “La fede: conforto e speranza per il genere umano provato nel corpo e nello spirito dalla recente pandemia e dall’attuale crisi economica”, argomento particolarmente sentito dai fedeli di ogni credo. Il dialogo tra i rappresentanti religiosi ha dato quindi modo di confrontarsi sulle risposte che la fede può dare ad ogni essere umano in questi momenti così difficili.In un clima sereno e cordiale, basandosi sugli elementi comuni che costituiscono i pilastri della pace e dell’armonia tra le varie comunità, tutti hanno convenuto sull’importanza del dialogo e della convivenza pacifica tra i diversi culti. In merito, tutte le autorità religiose presenti all’incontro hanno rivolto apprezzamento e gratitudine ai caschi blu italiani, per il contributo fornito al mantenimento della stabilità e della sicurezza nell’area del Sud del Libano, sempre agendo secondo i principi di imparzialità e dialogo con la popolazione libanese. A suggellare questo momento di incontro, è stato piantato un albero d’ulivo, simbolo di pace e di speranza per un futuro e un mondo migliori, un futuro positivo che incontri come quello odierno rendono sempre più realizzabile.

 Libano: Festa della Repubblica tra i Caschi Blu italiani
Il Contingente celebra il 2 Giugno con l'Ambasciatrice d'Italia in Libano
Il contingente italiano in Libano, impiegato nell'ambito della missione UNIFIL, ha celebrato nella base “Millevoi” di Shama la 75ª Festa della Repubblica. Alla cerimonia hanno preso parte l’Ambasciatrice d'Italia in Libano Nicoletta Bombardiere, il Force Commander e Capo della Missione UNIFIL Generale di Divisione Stefano Del Col, il Comandante del Sector West Generale di Brigata Davide Scalabrin ed il Comandante della Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano (MIBIL) Generale di Brigata Marcello Orsi. La cerimonia, alla quale ha presenziato lo Stendardo del Reggimento Nizza Cavalleria (1˚), si è aperta sulle note de “La leggenda del Piave” con la deposizione di una corona d'alloro per onorare il sacrificio di tutti coloro che hanno dato la propria vita per la Patria. L'Ambasciatrice, dopo aver dato lettura del messaggio del Presidente della Repubblica in occasione del 2 Giugno, si è rivolta agli Alpini e i Dragoni della Brigata alpina “Taurinense” e ai membri delle altre Forze Armate e delle specialità del Contingente, rinnovando “il ringraziamento del nostro Paese per la cruciale funzione che assicurate nel quadro della missione UNIFIL. Una missione che opera in un teatro complesso e volatile, al punto di incrocio di varie dinamiche regionali, e che negli anni ha saputo mantenere una condizione di stabilità lungo la linea blu”. Dopo aver ringraziato l’Ambasciatrice per aver reso ancor più significativa la cerimonia con la sua presenza, il Generale di Divisione Stefano Del Col, Force Commander e Capo della Missione UNIFIL, si è rivolto ai militari del Contingente elogiandoli “per il lavoro svolto ogni giorno in terra libanese, in particolare in questo ultimo periodo di gravi tensioni lungo la Blue Line dove i peacekeeper del Sector West hanno affiancato le Forze Armate Libanesi nelle fasi più delicate della crisi per assolvere pienamente a quanto richiesto dalla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Il Generale Del Col, dopo aver ringraziato anche i militari della MIBIL per il lavoro di addestramento svolto verso i colleghi libanesi, ha rimarcato come “il delicato impegno di UNIFIL è riuscito a mantenere la stabilità dell’area attraverso un costante impegno di dialogo e collaborazione con tutte le parti, all’insegna dell’imparzialità e della trasparenza”. Sono poco meno di 1.100 i militari italiani impegnati in Libano nell'ambito della missione Leonte, la maggior parte dei quali appartenenti alla Brigata Alpina “Taurinense” dell'Esercito Italiano, al comando del Generale di Brigata Davide Scalabrin, presente con il Comando Brigata, il Reggimento “Nizza Cavalleria (1˚)” implementato dal Battaglione “Saluzzo” del 2˚ Reggimento Alpini e il Reggimento Logistico “Taurinense”. A loro si affiancano militari dell'Aeronautica, della Marina Militare e dei Carabinieri. Al contingente italiano, che rappresenta il secondo Paese per numero di caschi blu impiegati in Libano, è affidata la responsabilità del Sector West, area delimitata dal fiume Litani a nord e la Blue Line a sud. Tra i compiti, pattugliamenti diurni e notturni, posti di controllo ed osservazione, monitoraggio della Blue Line. Il tutto al fine di restituire al Libano stabilità e sicurezza, necessarie al pacifico e democratico recupero del Paese.
  



     

 

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