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ROMANO CAVAZZA
ROMANO CAVAZZA parte per il fronte russo da Mantova il 30 ottobre 1942;
mesi ne muoinono per fame e malattie 6.520; ne rimangono 480 di nazionalità miste. I prigionieri venivano sottoposti ad estenuanti interregoatori e minacce che duravano per ore, volti a far rinnegare il Giuramento fatto alla Patria ed alla Bandiera. Il bersagliere cedette alle pressioni e pregò Roamno di fare altrettanto. Il nostro Autiere rispose: ''Se avrò la fortuna di ritornare in Italia, voglio poterlo fare a testa alta''. Con questo rifiuto Romano firmò di fatto la sua condanna a morte. Il Campo di Miciurinsk fu chiuso; i pochi sopravvissuti finirono a Krinovaja, le famigerate scuderie dello Zar, e qui si perdettero le loro tracce. Per arrivare a Vilva Viesvolod, sui Monti Urali, dove è morto, sepolto in una fosse comune, Romano viaggiò per centinaia di chilometri su quel treno della morte patendo il freddo, la fame e la sete.