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Cagliari, 22 maggio 1939 - 13° Centro Automobilistico
Nelle vaste camerate si ripercuotono le note argentine della tromba, destando l'autiere che ancora sonnolento, salta giù dalla branda, rinnovando il proponimento di far di tutto per contribuire a rendere quanto mai suggestiva la festa del Corpo che si celebra in questo poetico mese dei fiori.Un'abbondante colazione e via di corsa al richiamo della tromba, al proprio reparto, a sentire la parola dell'Ufficiale che narra la nascita ed il glorioso fiorire del nostro giovanissimo Corpo. Ascoltiamo attenti e sentiamo nel cuore un senso d'invidia verso i camerati anziani che ci hanno preceduto ed hanno avuto l'onore di servire la Patria in Libia, nella grande Guerra e nelle assolate terre africane.Li invidiamo per il corraggio, per l'abnegazione costante e totale che hanno dimostrato nel compimento del dovere, e nasce nei nostri animi il proposito di emularli e, se possibile, superarli. Alle 9.30 ci raduniamo nel vasto cortile, in perfetto assetto da parata. Attendiamo S.E. il Comandante di C. d'A., ansiosi di mostrargli l'atmosfera di altissima disciplina che regna nel 13°. Pochi minuti di attesa e poi un grido impetuoso, travolgente e irresistibile si sprigiona con impeto dai nostri petti, salutando l'arrivo di S.E.
Irrigiditi sull'attenti, e presentando le armi, trasportati col pensiero dalle note dolorose del ''Piave'', ci raccogliamo in un minuto di silenzio, per rendere omaggio ai Caduti.
Terminata questa cerimonia, possiamo scorgere il nostro Comandante, Col. Giovanni Gorio, al fianco di S.E.. Ci parla e dalla sua bocca escono le frasi secche e dirette, brevi e concise che rilevano e caratterizzano l'uomo d'azione: sono parole di elogio al Corpo a cui fanno eco quelle di S.E. Subito dopo ha inizio - agli ordini del Magg. Luigi Segni, comandante del gruppo, lo sfilamento in parata: è in questo momento che l'autiere si rileva perfetto soldato. Sfiliamo infatti con sincronizzazione e perfetta armonia di movimenti, tanto da destare il plauso di S.E. ed il compiacimento del Colonello Comandante. Terminiamo la manifestazione di forza e di disciplina elevando una voce maschia e prepotente all'infinito: siamo un blocco di settecento e più voci che inneggiano al Re, al Duce, alla grandezza immortale di Roma.
Deposte le armi, una squadra di motociclisti si esibisce in una gincana a cui fan seguito virtuosismi di audacia sulle moto: è l'audacia della giovinezza, pronta a sfidare il pericolo ed a superare l'ostacolo ... In un locale appositamente preparato, una squadra di camerieri ferve i preparativi per il rancio speciale che consumiamo dopo la distribuzione dei premi.
Prendiamo posto al tavolo ed il nostro Comandante brinda a nome di tutti noi a S.E., il quale risponde con parole commosse, ringraziando della bella prova fornita e si accomiata accompagnato da calorose e lunghe ovazioni. Ormai l'allegria è in tutti noi; per la durata del pranzo è un continuo gridare e scandire i nomi dei superiori;
il Comandante risponde col sorriso alle ovazioni: è un sorriso che ci paga, che vuol dire compiacimento ed incitamento per noi a dare tutta la nostra opera per portare sempre più in alto l'onore del colletto azzurro e delle Fiamme Nere del 13° Centro Automobilistico.