Autore: Matteo Sambucci

IL PRESIDENTE SANDRO PERTINI E LA MASERATI QUATTROPORTE

La Maserati Quattroporte. C’è una leggenda metropolitana sull’acquisto della Maserati. Al patron dell’azienda Alejandro De Tomaso, in occasione della presentazione della vettura al Quirinale, il presidente Pertini disse ammirato: “Bella davvero, ma se volessi comprarla quanto costa?”. L’industriale la prese alla larga: “Di listino intorno ai 30 milioni…Poi bisogna calcolare gli allestimenti, qualche optional…” e un po’ imbarazzato aggiunse: “Presidente, e poi ci dovrà mettere pure l’Iva”. E Pertini, risoluto: “Senta De Tomaso, io ci metto l’Iva e pure la Maria! Ma alla presidenza della Repubblica questa macchina dovrà costare al massimo un paio di milioni!”. Fatto sta che nel 1982 la presidenza fece pervenire un ordine per l’acquisto di una Quattroporte blindata e con tutta una serie di accessori e modifiche. Meno di un anno e fu consegnata. Il prezzo? Non si è mai saputo, ma nel mondo ne vennero venduti 2.145 esemplari (raramente a prezzo scontato). Il fatto che fosse ”l’auto del presidente” era sinonimo di successo, uno status symbol al quale non si sottrasse nemmeno Luciano Pavarotti, fotografato più volte al volante di fronte al Teatro alla Scala. Conoscendo le abitudini presidenziali, i designer della Casa del Tridente dotarono l’auto di un cofanetto portapipe, un mobile bar, radiotelefono e interfono, tetto aprile e maniglie speciali per consentire a Pertini una presa molto salda quando nell’abitacolo-salotto si alzava in piedi per salutare la folla. Un giorno Pertini si recò con la Quattroporte in visita agli stabilimenti della Ferrari. Il cerimoniale prevedeva che il Drake si facesse incontro al presidente per omaggiarlo. L’auto si fermò al centro del piazzale. Pertini rimase seduto. Ferrari non si mosse. Ci furono momenti di panico fra i ciambellani, si rischiava un incidente diplomatico se il presidente della Repubblica avesse ordinato all’interfono “Torniamocene a casa!” (e sicuramente avrebbe avuto carattere e prerogative per farlo). Ma fu lui – per così dire – a “cedere lo passo”…

AUTIERI DEGNI DI NOTA: SANDRO PERTINI

La storia militare di Sandro Pertini, che prestò servizio per 16 mesi da Automobilista durante la Grande Guerra. La medaglia negata, in qualità di Sottotenente dei Mitraglieri Fiat. Poi durante la 2^ guerra mondiale, il 25 aprile 1945, nello stesso momento in cui, alla testa dei partigiani, inneggiava alla libertà riconquistata in Milano, il fratello Eugenio veniva fucilato nel campo di Flossenbürg

di Franco Fratini

Sandro Pertini, già Presidente della Repubblica (dal 1978 al 1985, primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire tale carica) era un uomo schietto, semplice, che tutti gli italiani ricordano con affetto e stima, in particolare per il suo sorriso radioso e per la sua pipa. Amava stare in mezzo alla gente, soprattutto ai giovani. Nel discorso di fine anno del suo primo anno da Presidente della Repubblica, nel 1978, disse: «I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. È con questo animo quindi, giovani, che mi rivolgo a voi, ascoltatemi vi prego: non armate la vostra mano. Armate il vostro animo…». Nonostante fosse la più alta carica dello Stato, manteneva sempre un “basso profilo” e il suo mandato presidenziale fu caratterizzato da una forte impronta personale, che gli valse una notevole popolarità, tanto da essere ricordato come il “presidente più amato dagli italiani” o il “presidente degli italiani”. Ma in questo articolo vogliamo parlare del nostro indimenticabile e indimenticato Presidente in una veste poco conosciuta a molti, quella di Automobilista militare e, in seguito, di Ufficiale dei Mitraglieri Fiat del Regio Esercito. In entrambi i casi, sia da soldato semplice che come Comandante di una Sezione (equipollente a Plotone), si fece onore e servì con coraggio e disciplina la Patria, nonostante fosse di idee socialiste e convinto neutralista.
Alessandro Pertini nacque a Stella, in provincia di Savona, il 25 settembre 1896, da una famiglia benestante composta dal padre Alberto, proprietario terriero, dalla madre Maria Muzio e da 4 fratelli. Luigi, il primogenito, divenne pittore, Marion sposò un diplomatico italiano, Giuseppe (Pippo) divenne Ufficiale di carriera del Regio Esercito, ed infine Eugenio partì per gli Stati Uniti dopo il liceo, e quando tornò Sandro era già in carcere, condannato per la sua militanza antifascista. Legatissimo alla madre Maria Muzio, Sandro Pertini compì i suoi studi presso il Collegio dei Salesiani Don Bosco di Varazze, quindi al Liceo Chiabrera di Savona. Qui ebbe, come professore di filosofia, Adelchi Baratono, socialista riformista e collaboratore di “Critica Sociale”, rivista storica sul socialismo, fondata il 15 gennaio 1891 da Filippo Turati, che certo contribuì ad avvicinarlo al socialismo e agli ambienti del movimento operaio ligure. Terminò gli studi dopo la Grande Guerra, e si laureò il 12 luglio del 1923 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’allora Università di Modena, discutendo una tesi su “L’industria siderurgica in Italia” . Il drammatico destino dei fratelli Giuseppe e Eugenio – il primo iscrittosi al Partito Fascista nel 1923 e consumatosi nel rimorso, il secondo deportato e fucilato a Flossenbürg in Germania il 25 aprile 1945, per la sua militanza contro il regime -, contrassegnò la vita politica e personale di Sandro Pertini e probabilmente consolidò le sue convinzioni socialiste e antifasciste…
(L’articolo continua sul prossimo numero della rivista L’AUTIERE con foto e notizie inedite o di difficile riferimento).

10°ANNIVERSARIO DEL GRUPPO SPORTIVO PARALIMPICO DELLA DIFESA (GSPD)

Il Brigadier Generale (Autiere Paracadutista) Pasquale Barriera in prima fila per l’importante ricorrenza

Roma, 11 dicembre 2024

Il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa (GSPD)
è stato costituito il 22 dicembre 2014. Il suo distintivo richiama l’emblema dello Stato Maggiore della Difesa in versione tricolore e riporta il motto: “Per aspera ad astra” (attraverso le difficoltà, verso le stelle).
Buon compleanno a tutti gli atleti e ai tecnici che hanno scritto la storia del Gruppo: una storia italiana di successo e di successi, esempio e modello di superamento di limiti e barriere.
La Difesa dal 2014 crede nella forza di questi Atleti con la A maiuscola – che non partecipano ma gareggiano – li supporta e li sostiene perché essenza e paradigma del principio di “non lasciare indietro nessuno”, che è Cultura della Difesa declinata in termini di famiglia e d’inclusione.
Una storia lunga 10 anni raccontata per immagini nel bellissimo volume presentato l’11 dicembre 2024 presso la caserma Castro Pretorio, in occasione del decennale del GSPD.
Presenti all’importante evento numerose Autorità civili e militari, tra le quali il Sottosegretario di Stato per la Difesa, Senatrice Isabella Rauti, e il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia.
A rappresentare l’universo degli Autieri, il Brigadier Generale Pasquale Barriera, atleta di livello nazionale e internazionale a cui rivolgiamo i migliori auguri, per un futuro radioso dal punto di vista sportivo e umano.
Anche nello sport e nell’inclusione fervent rotae fervent animi!

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