La giornata conclusiva del XXXI Raduno dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia (ANAI) ha superato le più rosee aspettative, con una cerimonia solenne organizzata in Piazza della Vittoria, che ha richiamato numerosi cittadini di Treviso, oltre alle tante Autorità istituzionali militari e religiose presenti in tribuna, con in testa il Sindaco della città Mario Conte e il Comandante Logistico dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Mauro D’Ubaldi

Fra il personale schierato, oltre ovviamente ai fulgidi Altieri (donne e uomini), ai Gonfaloni e ai Labari presenti, si distinguevano una Compagnia di formazione del 6° Reggimento Logistico di Supporto Generale e la Banda musicale dell’Arma Trasporti e Materiali, diretta dal primo luogotenente Fioravanti Santaniello, e le cui magistrali esecuzioni hanno conferito particolare sacralità all’evento.

Tra le tante insegne, vessilli, gonfaloni e labari presenti alla cerimonia, si stagliavano la Bandiera di Guerra dell’Arma Trasporti e Materiali e il Gonfalone della città di Treviso, insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare, che hanno fatto ingresso nello schieramento con la ritualità e il protocollo previsto.

Dopo la resa degli onori al Comandante dell’Arma Trasporti e Materiali, Tenente Generale Sergio Santamaria, è stata deposta una corona di alloro ai piedi del Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, denominato “Gloria”, che costituisce un simbolo fondamentale della città di Treviso e del patrimonio di valori di tale città.

Quindi hanno avuto luogo le allocuzioni delle Autorità intervenute alla cerimonia. Quella del sindaco Mario Conte ha sostanzialmente espresso massima riconoscenza verso gli Autieri di ieri e di oggi, che hanno scritto molte pagine della storia di Treviso.

L’allocuzione del nostro Presidente, imperniata sulla coesione e sull’inclusività, può essere riassunta da una frase di Gustav Mahler, menzionata al termine del suo discorso: “La tradizione non è il culto delle ceneri, ma la custodia del fuoco”.

Infine il Tenente Generale Sergio Santamaria si è congratulato con tutti i presenti per l’ottima riuscita del raduno e ha invitato chiunque a fare riferimento ultimo alla nostra bandiera, che unifica tutti quanti intorno a essa, spronando sia i militari, sia i Veterani a rispettare il nostro tricolore, ovvero facendo il nostro dovere e mettendoci sempre al servizio della patria e della collettività, senza personalismi eccessivi, ma con altruismo ed abnegazione.

Dopo le allocuzioni, è arrivato il momento più atteso della giornata ovvero lo sfilamento della Compagnia di formazione, della Banda musicale, delle Sezioni dell’ANAI e delle altre Associazioni. Militari, Veterani e civili inquadrati hanno fieramente sfilato sotto le tribune, guadagnandosi applausi scroscianti. 

Grande lustro allo sfilamento è stato apportato da una Compagnia di formazione costituita da Ufficiali e Sottufficiali dell’Arma Trasporti e Materiali in servizio, che hanno sfilato sotto le tribune, con in testa il Brigadier Generale Giovanni Di Blasi.

Infine i presenti hanno potuto assistere allo sfilamento dei veicoli storici e d’epoca dell’UNUCI, che hanno costituito il valore aggiunto di questa straordinaria cerimonia. L’inscindibile connubio tra uomini e motori ha sempre scaldato il cuore degli Autieri e affascinato il mondo esterno, che ci guarda per questo con ammirazione.

Una giornata così indimenticabile non poteva che concludersi con il pranzo sociale, in occasione del quale centinaia di Autieri sembravano essere un’unica entità, tutti aggregati intorno al nostro Presidente e al Comandante dell’Arma Trasporti e Materiali.

Un plauso corale è stato rivolto da tutti, sia dalle Autorità, sia dalla base del Sodalizio, al Brigadier Generale Aldo Marandino, che è stato capace di organizzare un evento di tale bellezza e di tale portata, insieme ovviamente alle altre figure del Comitato organizzatore di Treviso e di Roma. 

Arrivederci al prossimo raduno, tutti uniti intorno al nostro immortale motto “fervent rotae fervent animi”.

Gallerie fotografiche

Autorità - Tribuna
Sezioni
Sfilamento
Villaggio Autieri
Gestione Aree di Transito-RSOM
Deposizione corona d'alloro

 

L’inno svelato-Chiacchierata assai briosa su “Il Canto degli Italiani” del professor Michele D’Andrea

Un raduno indimenticabile come il XXXI dell’ANAI non poteva che concludersi che con un evento memorabile, e per alcuni versi imprevedibile, come quello tenuto presso la Sala Longhin del Seminario Vescovile di Treviso da parte del professor Michele D’Andrea: L’inno svelato-Chiacchierata assai briosa su “Il Canto degli Italiani”.
Presenti all’evento, oltre a numerose Autorità istituzionali, militari e religiose, il Vescovo Michele Tomasi, il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti, il Comandante Logistico dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Mauro D’Ubaldi, il Comandante dell’Arma Trasporti e Materiali, Tenente Generale Sergio Santamaria e il Presidente dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia, Tenente Generale Gerardo Restaino.
Il professor Michele D’Andrea, dall’alto della sua esperienza nella comunicazione istituzionale, già consigliere della Presidenza della Repubblica, ha narrato la storia de “Il Canto degli Italiani”, meglio conosciuto come “Inno di Mameli”. Scritto nell’autunno del 1847 dall’allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro. Il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l’Austria. L’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell’unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Il professor Michele D’Andrea ha ripercorso in un viaggio a ritroso nel tempo la storia ufficiale dell’Inno di Mameli, tra curiosità ed aneddoti che ne hanno accompagnato la nascita fino al 12 ottobre 1946, quando è diventato l’inno nazionale della Repubblica Italiana. Non sono mancati i richiami ad altri celebri canti dell’indipendenza italiana ed i confronti con gli inni degli altri Paesi, attraverso retroscena e curiosità sconosciute. Stupore e ammirazione, per la competenza del conferenziere, hanno accompagnato l’excursus storico del professor Michele D’Andrea sul Canto degli Italiani con richiami anche ad altri celebri canti dell’indipendenza italiana ed agli inni di Paesi europei e a quello americano.
Una standing ovation (virtuale) e i ringraziamenti del Generale Santamaria e del Presidente dell’ANAI hanno concluso questo straordinario evento, che ha fatto affezionare ancor più tutti i presenti al nostro meraviglioso Inno nazionale.

MAIN PARTNERS

error: Il contenuto è protetto!