NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE DEL 1944

Le origini dell’Esercito della Repubblica Italiana

di Benedetto Speranza

Roma-Cecchignola, 22 maggio 2024

Presso il Comando del Comando dei Supporti Logistici dell’Esercito, ha avuto luogo la conferenza “Il Corpo Italiano di Liberazione nella Guerra di Liberazione del 1944”, organizzata dall’Associazione Nazionale Autieri d’Italia (ANAI) e che ha visto, quale conferenziere d’eccezione, il Generale di Divisione bersagliere Luigi Paolo Scollo, eminente Ufficiale che ha prestato servizio nell’Esercito, per quasi 40 anni, comandando Unità fino al livello di Brigata. Prima dell’esposizione dei fatti storici, il Presidente dell’ANAI, Tenente Generale Gerardo Restaino, ha voluto formulare un breve saluto a tutti gli intervenuti, in particolare al Capo dell’Arma Trasporti e Materiali (TRAMAT), Tenente Generale Sergio Santamaria, ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, ai Marescialli TRAMAT del 24° Corso “Fedeltà”, e a tutti gli insigni amici, colleghi e Veterani che hanno onorato l’evento con la loro presenza (tra i quali vi era anche anche l’illustre Autiere della Sezione ANAI di Livorno Claudio Ciampi, figlio del già Presidente della Repubblica Carlo Azeglio). Il Generale Restaino ha inoltre voluto spiegare la ragione per cui il 22 maggio  Festa dell’Arma Trasporti e Materiali  si sarebbe parlato del Corpo Italiano di Liberazione. L’epopea degli Autieri, eroici protagonisti della logistica dei trasporti durante la Grande Guerra, e le gesta del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.), grande unità militare operativa dell’Esercito Cobelligerante durante la seconda guerra mondiale, potevano infatti apparire eventi assolutamente incongruenti. Nonostante questo, sussiste una perfetta assonanza tra la Battaglia degli Altipiani del 1916 e i fatti di guerra del Corpo Italiano di Liberazione. In entrambi i casi i soldati italiani, mutuando un aforisma da bersagliere, hanno “gettato il cuore oltre l’ostacolo”, facendo ricorso a tutte le loro riserve di energia e coraggio, e mettendo in conto di sacrificare anche la propria vita, per un fine e un ideale superiore: contrastare e ricacciare l’invasore dal suolo patrio. Pertanto la conferenza è stata volutamente organizzato nella data del 22 maggio, ricorrenza della Battaglia degli Altipiani, da 108 anni considerata l’origine e il vanto del già Servizio e Corpo Automobilistico, attualmente Arma dei Trasporti e Materiali. La conferenza ha preso in esame le operazioni del C.I.L. nella primavera e nell’estate del 1944, che nacque come aumento organico del 1° Raggruppamento Motorizzato, costituito nei giorni immediatamente successivi all’Armistizio dell’8 settembre 1943, e nel dicembre dello stesso anno era in linea a Montelungo, dove si batté con valore l’8 e il 16 dicembre 1943. Agli inizi del 1944 ritornò in linea nel settore delle Mainarde e, rinforzato dal battaglione Alpini “Piemonte”, occupò con un’ardita operazione notturna Monte Marrone, resistendo poi con successo ai contrattacchi delle Unità tedesche. Nella primavera 1944 il Raggruppamento, comandato dal Generale Umberto Utili, si trasformò in Corpo Italiano di Liberazione, inglobando la Divisione Paracadutisti “Nembo” e altri reparti. Con queste forze il C.I.L. avanzò lungo la dorsale appenninica, fino a concludere la campagna estiva con i combattimenti di Filottrano e Jesi, che consentirono la liberazione di Ancona. Ritirato poi dalla linea, il C.I.L. venne trasformato in 6 Unità di livello divisionale per l’offensiva di primavera del 1945, prendendo il nome di “Gruppi di Combattimento”, che costituirono il nucleo iniziale attorno a cui nacque l’Esercito della Repubblica Italiana. Il Generale Scollo ha rammentato che il contributo delle Forze Armate italiane si estese anche alle divisioni ausiliarie, che contribuirono in modo determinante al sostegno logistico delle Armate alleate e all’addestramento specialistico delle formazioni partigiane, con l’inserimento di nuclei di istruttori oltre le linee. In sostanza, con tale importante appuntamento con la storia italiana, si è voluto riaffermare che il ruolo delle Forze Armate regolari nella Guerra di Liberazione non fu certamente secondo a nessuno anche se, dopo la fine della guerra, valutazioni di altro genere portarono a esaltare il ruolo dei patrioti del Corpo Volontari della Libertà e a minimizzare quello dei militari.
In conclusione, l’illustre conferenziere ha trattato sinteticamente la storia del Corpo Italiano di Liberazione, peraltro con stacchi musicali trascinanti (es. “Parata degli eroi”), palesando padronanza della materia e pieno coinvolgimento emotivo. Pertanto, il racconto dei fatti d’arme ha appassionato la platea e suscitato il vivo interesse da parte degli intervenuti. A dimostrazione dell’interesse suscitato, numerose sono state le domande poste al termine della conferenza da parte dei presenti, cui è stata data puntuale ed esaudiente risposta da parte del Generale Scollo. In particolare, un giovane Graduato ha chiesto: “Perché non ci fu una Norimberga italiana?”. Il conferenziere ha spiegato che l’allora Ministro della Giustizia e leader del partito Partito Comunista Italiano (PCI) appose la sua firma su un decreto col quale, il 22 giugno 1946  praticamente all’indomani del referendum istituzionale che sancì la fine della monarchia  veniva approvata un’amnistia (cd. Amnistia Togliatti) per pacificare la nazione, che di fatto condonava tutti i reati comuni e politici commessi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e fino al 18 giugno 1946. All’origine del provvedimento, la consapevolezza che in troppi erano stati i fiancheggiatori del regime, e altrettante le azioni esecrabili di alcune frange dei partigiani, per cui attuare l’epurazione totale auspicata dai più integralisti sarebbe stato praticamente impossibile, se non controproducente. In estrema sintesi, l’incontro ha offerto, soprattutto ai più giovani presenti, un’opportunità di riflessione, e un momento prezioso per comprendere ancor di più quel tragico periodo per la nostra storia patria da cui nacque la volontà dell’intero Paese di risollevarsi e vide le Forze Armate italiane artefici del riscatto della nazione.
La conferenza sul Corpo Italiano di Liberazione ha costituito un ulteriore passo in avanti nel percorso storiografico promosso dall’Associazione Nazionale Autieri d’Italia, che vuole avere memoria del passato, ambisce a conoscere, approfondire e rinsaldare le nostre origini, ma non per meri sentimenti nostalgici, bensì per progettare concretamente un futuro migliore, soprattutto in favore delle nuove generazioni, un domani che affondi le sue radici in valori alti e immortali, quali Patria, Repubblica, democrazia, pace, fratellanza e solidarietà.
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